di Federico Soldani – 6 aprile 2023
Giovanni Berlinguer (1924-2015) è stato un medico e politico italiano, fratello del più famoso Enrico, segretario del Partito Comunista Italiano (P.C.I.). Fu egli stesso candidato alla segreteria dei Democratici di Sinistra (D.S.) nel 2001, dal cui simbolo erano appena scomparsi la falce e il martello. Per la candidatura pubblicò un libro-intervista – copertina qui sotto, Editori Riuniti (2001) – con il giornalista Piero Sansonetti.
Uno dei temi conduttori di PsyPolitics dal 2020 e prima ancora delle formulazioni di Londra 2019 è stata la tesi innovativa riguardo il rapporto stretto, sin dalla nascita, della psichiatria e delle psicodiscipline con le rivoluzioni politiche e i circoli a queste legati: la psichiatria è nata rivoluzionaria.
Il caso di studio di Giovanni Berlinguer, il quale fu anticipatore di molti dei temi legati a psicodiscipline e politica e del quale intendiamo occuparci più a fondo in ulteriori articoli, è interessante proprio sotto questo profilo.
In questo articolo si intende tracciare qualche elemento introduttivo riguardo l’ambiente di provenienza e alcune delle contiguità culturali di Giovanni Berlinguer in modo da collocarne la figura nel contesto storico sia familiare sia politico e tecnico-scientifico, oltre a fare qualche rapido cenno ai suoi scritti che hanno trattato più direttamente di politica e psicodiscipline.

Verso la chiusura del libro-intervista del 2001 Giovanni Berlinguer toccava temi che potremmo definire psico-politici (enfasi in neretto aggiunta anche nelle successive citazioni):
“La cultura di sinistra, anche in Italia, si è concentrata sulle scienze umane: economia, storiografia, filosofia. Trascurando ciò che veniva chiamato “sovrastruttura” e ciò che potremmo chiamare “sottostruttura”.
“Sottostruttura” è tutto quello che non compare alla coscienza, che sta dietro, invisibile. Cioè, per intenderci, la vastissima materia che è studiata dalla psicanalisi e dalla stessa psicologia.
La cultura marxista – continuava Berlinguer – ha avuto per lungo tempo un atteggiamento critico verso queste scienze e verso gli argomenti che trattano. E inoltre l’idea che Marx ha dell’uomo, definito come “l’insieme dei suoi rapporti sociali”, trascura la natura biologica degli esseri umani. Per esempio trascura le parentele, non solo evolutive, ma anche comportamentali, con altre specie viventi. Queste parentele non sono residui, “animalità” da espungere dalla nostra vita: sono componenti determinanti della vita di ciascuno di noi. Da considerare, da rispettare.”
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Come recita la voce Wikipedia, accesso 6 aprile 2023, “Laureatosi in medicina e chirurgia presso l’Università di Roma nel 1952 con una tesi sulle condizioni igieniche e sanitarie delle borgate romane, consegue – rispettivamente nel 1958 e nel 1964 – le abilitazioni all’insegnamento di medicina sociale e di igiene.”
Giovanni, figlio dell’avvocato repubblicano Mario Berlinguer – di cui è interessante leggere la biografia – “nacque da famiglia sarda alla quale Vittorio Amedeo III Re di Sardegna aveva concesso i titoli di “cavaliere” (ai maschi) e di “nobile” (maschi e femmine), con trattamento di Don e di Donna, per concessione a Giovanni e Angelo Ignazio Berlinguer del 29 marzo 1777.”

https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Berlinguer
Il padre Mario, recita la voce Wikipedia in inglese “Come molti suoi antenati, apparteneva alla Massoneria italiana ed era Gran Maestro [sic, più probabilmente Maestro Venerabile, ndr] (33° grado di rito scozzese) della loggia regolare di Sassari, affiliata al Grande Oriente d’Italia.” Nella voce italiana si legge che fu iniziato “il 25 ottobre 1924, nella loggia Giovanni Maria Angioy di Sassari” (fonte, ‘Giovanni Berlinguer libero muratore’, in: Gianfranco Murtas, ‘Diario di loggia’, EDES, Cagliari, pag. 73). Giovanni Maria Angioy (1751-1808) fu un rivoluzionario ai tempi del Regno di Sardegna.
Il nonno di Giovanni Berlinguer era inoltre cugino di quello del futuro Presidente della Repubblica Francesco Cossiga – qui sotto in una fotografia con Enrico Berlinguer – anche lui originario di Sassari.
A proposito di Sassari, chiedeva il giornalista Sansonetti nell’intervista a Giovanni Berlinguer candidato alla segreteria dei Democratici di Sinistra nel 2001 “Cosa aveva di speciale Sassari? Ha dato all’Italia un segretario del Pci, due presidenti della Repubblica, un buon numero di ministri. Nessun’altra città di provincia può vantare tanto successo in politica…”.
La figura politica di Cossiga è stata indirettamente toccata in precedenza su PsyPolitics quando si è trattato di Steve Pieczenik, in un articolo sul libro di Lasswell “Elites rivoluzionarie mondiali” della MIT Press (1965).
Fu Cossiga a interagire per il governo italiano durante il rapimento di Aldo Moro con lo psichiatra politico statunitense Steve Pieczenik. Il dottor Pieczenik infatti negli anni ’70 agì come membro speciale – inviato in Italia dall’amministrazione Carter – di uno ‘psico’ comitato durante il caso Moro. Moro era il Presidente del principale partito italiano, la Democrazia Cristiana (D.C.), e fu sequestrato e ucciso delle Brigate Rosse. Si veda a questo proposito il libro ‘La Pazzia di Aldo Moro’ (Rizzoli 2006). La figura di Pieczenik, la “pazzia” di Moro e il ruolo di Enrico Berlinguer nel caso Moro sono stati oggetto di numerosi commenti, ad esempio ‘Caso Moro, non dimentichiamo cosa (non) fece Berlinguer’ di Fabrizio Cicchitto (Il Riformista, 30 giugno 2020).
Aldo Moro fu analizzato a distanza e discusso dai membri dello ‘psico’ comitato di cui faceva parte Pieczenik e fu visto come affetto da problemi psicologici durante il sequestro, come ad esempio una possibile sindrome di Stoccolma, e di conseguenza considerato non più compos mentis.

https://www.ilriformista.it/la-storia-della-brutta-cena-tra-i-cugini-cossiga-e-berlinguer-144301/
Gli scritti di Giovanni Berlinguer raccolti in ‘La salute, tra scienza e politica’ (Donzelli 2016) hanno anche meritato una prefazione del due volte Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Qui sotto una fotografia presentata in apertura al libro che ritrae Giovanni Berlinguer e Giorgio Napolitano nell’agosto del 1946 al Primo Congresso Studentesco Mondiale a Praga.


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Giovanni Berlinguer, tra le molte interessantissime pubblicazioni, diverse delle quali prefiguravano temi che sarebbero diventati prominenti nel dibattito pubblico anche alcuni decenni più tardi e di cui torneremo ad occuparci più avanti su PsyPolitics, pubblicò anche la relazione di apertura del convegno ‘Psicologia, psichiatria e rapporti di potere’ tenutosi tra il 28 e il 30 giugno 1969 per iniziativa dell’Istituto Gramsci a Roma (gli atti del convegno furono pubblicati dagli Editori Riuniti nel 1971).
Intorno a quegli anni secondo la Enciclopedia Treccani online era presidente dell’Istituto Gramsci Ranuccio Bianchi Bandinelli, qui sotto con Mussolini e Hitler a Firenze nel 1938. Simili contiguità tra fascismo e anti-fascismo persino comunista, anche in relazione alla psichiatria e in particolare alla figura di Ugo Cerletti – co-inventore dell’elettroshock, divulgatore scientifico sulla rivista ufficiale del fascismo, fondata da Mussolini, Gerarchia e poi politicamente vicino a Giancarlo Pajetta del Partito Comunista Italiano (P.C.I.) – erano già state trattate su PsyPolitics nell’articolo Carlo Angela, allievo di Babiński e politico (2022).

Infine è interessante notare come Giovanni Berlinguer accostasse in un suo commento sul libro che scaturì dal convegno del 1969 all’Istituto Gramsci, dal titolo esplicito di ‘Psichiatria e Potere’, sottotitolo ‘Le malattie mentali e la manipolazione dell’uomo. I rapporti fra contestazione psichiatrica e movimento operaio’ (Editori Riuniti 1969), i temi dell’illuminismo, della rivoluzione e del ruolo degli psichiatri nel contesto della rivoluzione politica.
Si vedano anche a proposito di questi stessi temi gli articoli precedentemente pubblicati su PsyPolitics, perlopiù in inglese, Eugen Bleuler e l’influenza dell’Illuminismo (2021), Immanuel Kant, 1764: ‘Saggio sulle malattie della testa’ (2022), “Essenzialissimo” e “assoluta necessità”: l’igienista Beniamino Sadun e l’insegnamento della freniatria a Pisa (2022), Il ‘Grande Internamento’ (2019), L’epigrafe di “Brave New World” di Huxley e lo psichiatra bolscevico Bogdanov (2020), “Psichiatria russa: il suo background storico e ideologico”, Zilboorg 1942 (2021), Radici della psichiatria polacca (2022), “Che vantaggio trae la Russia da questo Istituto?” Lo zar Nicola II e l’Istituto psico-neurologico (2021) L’ultimo imperatore di Russia e i rivoluzionari dell’Istituto psico-neurologico di Vladimir Bekhterev, Fanon, rivoluzionario e psichiatra del Terzo mondo tra Mosca e Washington, D.C. (2022), ‘Psichiatria’ e ‘antipsichiatria’ (2021), ‘L’ultimo re d’America’ e la proto-psichiatria (2022), Un anno di PsyPolitics (2021), Karl Gustav Jung, il nonno (2021), ‘Vita in una Tecnocrazia’, 1933: un soviet di tecnici… in America? (2021), “Scienza, politica e gnosticismo” di Voegelin (2020), Il “Codice della natura”, 1755: sentimenti collettivi contro ragione individuale (2020) e anche i video Da cittadini a pazienti: una minaccia a cui resistere (2020) e Federico Soldani: intervista TV su psichiatrizzazione del linguaggio e commento voto U.S.A. (2020).
“La polemica verso la psichiatria e la psicologia ufficiali” – scriveva Giovanni Berlinguer in ‘Psichiatria e Potere’ – “che si presentano come neutrali e cercano di imporre come modello oggettivo di normalità psichica una data visione del mondo e dei rapporti fra gli uomini, dettata dalla mentalità e dagli interessi dominanti, diviene perciò più efficace quando non si sceglie “di accettare il dilemma scienza politico-sociale o scienza biologica?, e di pronunziarsi poi per la prima alternativa contro la seconda, ma di studiare sempre più a fondo l‘influsso dell’ambiente sullo sviluppo e sulla patologia del sistema nervoso, mettendo in rilievo la grandissima importanza che nella determinazione dell’ambiente hanno i rapporti di classe.
Anche se è giustissima l’esigenza sottolineata da Laing e Cooper di rifiutare in primo luogo la falsa obiettività tecnica dietro cui si nascondono le dinamiche del potere, non è sufficiente dire che la psichiatria, per non servire alle classi dominanti, deve giungere a rifiutare se stessa e diventare azione politica.
La psichiatria può invece servire in senso opposto alle richieste del potere, ed arricchire così l’azione politica (integrandosi, ma non confondendosi totalmente con essa) quando accompagna al rifiuto il tentativo di una nuova costruzione pratico-scientifica.
Altrimenti, oltre ad alimentare concezioni idealistiche (l’uomo pensante considerato come essere inconoscibile) o concezioni illuministiche (gli psichiatri considerati come protagonisti del processo rivoluzionario), subentrano inevitabilmente, alla fase di vigorosa e necessaria denunzia, perplessità e momenti di crisi. Negare la possibilità di una nuova psichiatria, basata sulla pratica sociale e fondata su nuove basi scientifiche.”


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Last Updated on April 14, 2023 by Federico Soldani