Il ‘Grande Internamento’ (2019)

Breve guida psichiatrica per orientarsi in politica e in societa’

di Federico Soldani – 27 Marzo 2021

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“Avvocato dell’accusa: lei ha affermato falsita’… per colpa di una psicosi?

Alex Jones: vede, sto solo dicendo che il trauma dei media e delle corporations che mentono cosi’ tanto, da li’ parte tutto – tu non credi piu’ a niente, un po’ come un bambino i cui genitori mentano cosi’ tanto e a piu’ riprese, vede, molto presto non sa piu’ cosa sia la realta’”

(Guardian; CNN – 2019)

[Questo breve scritto del marzo 2019 circolato tra diversi amici dell’autore tra cui esperti di medicina, politica, biblioteconomia, storia, media, cinema, fisica e piu’ tardi nel 2020 anche di giurisprudenza per avere un parere, viene pubblicato qui per la prima volta due anni dopo nel marzo 2021.

Era inteso come testo introduttivo sul tema del rapporto tra psichiatria e societa’ per un pubblico generale.]

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Il caos e’ grande sotto il cielo. Il mondo appare impazzito.

La politica e’ fatta da matti? E’ fuori controllo? Il presidente americano, considerato l’uomo piu’ potente del mondo, e’ un caso psichiatrico? La societa’ nel suo insieme e le sue istituzioni fondamentali sembrano divenute incomprensibili e parlano come se si fosse perso il senno?

Per un motivo o per un altro, si parla sempre di piu’ in termini psichiatrici o persino esplicitamente di psichiatria in ambito politico, sociale, lavorativo.

Ma anche nello spettacolo: tra i film per esempio, quello mentale in senso lato, pare sia uno dei temi piu’ gettonati di sempre.

Ma che rapporto c’e’, tanto per cominciare, tra follia e psichiatria? E le altre psico-discipline come si situano? E che c’entra poi la politica?

Questa breve guida si propone di fornire alcuni suggerimenti su come orientarsi tra parole, concetti, discipline, autori chiave e dare indicazioni per chi volesse leggere di piu’ in merito a questo complicato, ma poi neanche troppo, rapporto tra psichiatria e politica, psichiatria e potere.

Si propone inoltre di impostare alcune delle questioni piu’ rilevanti in proposito.

E avanza una tesi: ci troviamo di fronte a un “grande internamento”.

Il mondo sta effettivamente diventando l’equivalente di un manicomio a cielo aperto e senza piu’ modo di essere dimessi per mancanza di un altrove dove andare, di un fuori dal manicomio.

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Ogni questione viene sempre piu’ rappresentata come interna alla mente o al cervello, non piu’ come un elemento di realta’ oggettiva esterna sul quale poter agire, magari (sia mai!) per cambiarlo. La rivoluzione digitale e virtuale, con annessi e connessi, opera in questa direzione.

La letteratura sul tema e’ sconfinata, ma decisamente poco conosciuta ai piu’, persino tra i tecnici della mente (meno ancora tra quelli della politica, ça va sans dire).

Infatti molte delle chiavi di lettura utili si trovano sparse tra discipline anche molto lontane tra loro e che possono apparire non avere niente o quasi a che spartire le une con le altre: politica, medicina, storia, filosofia, neuroscienze, sociologia, antropologia, religione, ecc.

Un primissimo orientamento, senza pretese di rigore e tantomeno di esaustivita’.

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Che cos’e’ la follia?

L’idea di follia e’ piu’ o meno antica quanto l’uomo. Si sono sempre riconosciuti due tipi di follia: acuta o episodica (es. follia d’amore, follia per la morte di qualcuno amato o per altra perdita grave) e cronica o permanente (es. lo “scemo del villaggio”).

Che cos’e’ la psichiatria?

La psichiatria e’ una disciplina e pratica che nasce circa 200 anni fa, nel contesto dell’illuminismo e anche delle rivoluzioni americana e francese. Il termine viene inventato da un medico tedesco, un accademico di nome Reil, amico di Goethe e figlio del clima culturale del suo tempo, nel 1808. La psichiatria e’ figlia del razionalismo e in quanto tale serve a limitare l’anti-ragione e a far funzionare la societa’ urbanizzata, industrializzata e la civilizzazione moderna organizzata sencondo i dettami della ragione e delle sue derivazioni: scienza, tecnica, economia.

Per gli psichiatri e’ la branca della medicina che si occupa del comportamento e degli aspetti mentali e, quando possibile, cerebrali di questo.

Per intellettuali come Michel Foucault e’ una pratica disciplinare affidata a medici con la nascita della modernia’, in particolare con la rivoluzione industriale (si veda, tra altri testi, ‘Il potere psichiatrico’ Feltrinelli Editore 2004).

Quali sono le altre discipline in qualche modo affini?

Le altre “psico-discipline”, le chiameremo cosi’ per brevita’, sono: psicologia, psicoanalisi, pedagogia, criminologia. Meno direttamente: antropologia e sociologia. Ancora meno direttamente: parapsicologia, spiritismo, occultismo.

Precedenti alla nascita di queste discipline abbiamo fondamentalmente la filosofia e la religione, le quali hanno, sopratutto la seconda, una relazione molto piu’ forte di quanto di solito si riconosca con i concetti di follia e piu’ tardi, storicamente, di psichiatria.

Cos’e’ l’anti-psichiatria?

E’ una etichetta che psichiatri verso l’inizio del novecento iniziarono a utilizzare contro chi criticava il loro operato e la loro disciplina.

Ri-utilizzata negli anni ’60 in Inghilterra da Cooper (riscopritore del termine) e Laing (diventato nella cultura pop l’anti-psichiatra per antonomasia) per caratterizzare il loro movimento (Laing e’ sempre stato ambiguo rispetto a questa etichetta, utilizzandola senza mai davvero sposarla) fu aspramente criticata da Szasz, il quale scrisse persino un libro feroce contro l’anti-psichiatria e contro Laing in particolare: ‘Anti-psichiatria: ciarlataneria al quadrato’ (2009).

Szasz sosteneva che avere creato il fantoccio polemico ideale per gli psichiatri, ovvero l’anti-psichiatria, indeboliva fortemente la critica radicale e motivata alla psichiatria; per gli psichiatri tradizionali pero’ Szasz e’ etichettato proprio come anti-psichiatra in quanto fortemente critico verso la disciplina, in particolare in riferimento agli aspetti coercitivi (ospedalizzazioni e trattamenti non volontari).

‘Laing e Anti-Psichiatria’ Boyers and Orrill ed. (Penguin, 1972)

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Il “grande internamento”

La tendenza generalizzata contemporanea che, riutilizzando un termine di Michel Foucault, chiamo “grande internamento” e’ ravvisabile in tre tendenze in corso, che chiamo (1) mentalismo e (2) neuro-centrismo, assieme alla (3) rivoluzione digitale e virtuale.

1) La realta’ e’ una illusione o persino una allucinazione prodotta dalla mente (tendenza a soggettivizzare l’oggettivo).

2) Oppure la tendenza opposta a oggettivizzare il soggettivo: tutto cio’ che pensiamo ci sia nel mondo esterno ha un corrispettivo interno oggettivo e misurabile nel cervello: da qui gli studi di neuro-qualcosa (neuro-economia, neuro-politica, neuro-teologia, ecc.).

Entrambe queste tendenze opposte fanno pero’ una operazione analoga: interiorizzano rispettivamente nella mente o nel cervello, ma sempre dentro la testa, tutto cio’ che si trova nel mondo esteriore, riconducono all’interno cio’ che si trova all’esterno di noi.

3) A queste due tendenze, soggettivista e oggettivista, si accompagna una terza, la rivoluzione digitale, il cui ethos somiglia per moltissimi aspetti a quello della psichiatria (es.: utilizzo della metodica della domanda aperta o della pagina bianca; incentivo ad esprimersi il piu’ possibile, piu’ si rivela e si registra e meglio e’; estensione del modello medico anziche’ del modello legale a cio’ che e’ stato rivelato e registrato).

Per capire cosa passi per la testa della persona comune, non sono stati ideati scanner che violino direttamente, come farebbe una TAC o una risonanza magnetica, la privacy cerebrale delle masse, quanto piuttosto un sistema duplice di [1] misurazione del comportamento, quello che oggi si chiama fenotipo digitale, e di [2] rivelazione ed esteriorizzazione digitale di cio’ che si trova dentro: pensieri, emozioni, scelte, impressioni, etc. una enorme massa di informazioni in precedenza intime, private e passeggere entra cosi’ a far parte del dominio digitale, non si cancella con il passare del tempo e diviene virtualmente riproducibile e accessibile sia ad altri che in futuro, come una cartella clinica.

Non solo, gli strumenti di analisi di questa cartella clinica divengono sempre piu’ sofisticati e capaci di fare predizioni sulla base di informazioni simili prese ad altri: i “big data”.

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[Nella foto all’inizio dell’articolo la copertina di ‘La societa’ psichiatrica’ di Françoise Castel, Robert Castel, e Anne Lovell. Columbia University Press, 1982]

Cite this article as: Federico Soldani, "Il ‘Grande Internamento’ (2019)," in PsyPolitics, March 27, 2021, https://psypolitics.org/2021/03/27/il-grande-internamento-2019/.

Last Updated on March 28, 2021 by Federico Soldani

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