“Una sindrome soggettiva comune con astenia fisica e psichica, una sensazione di stanchezza profonda, di annichilimento, di testa vuota, accompagnata da disturbi dell’attenzione e della memoria e da difficoltà a seguire una conversazione“
di Federico Soldani – 13 aprile 2023
Il seguente brano è un estratto, enfasi in neretto e link aggiunti, dal capitolo V sulle “nevrosi industriali” in “Automazione e Salute (Problemi medico-sociali del progresso tecnico)” (Istituto di Medicina Sociale editore, Roma 1958) del Dott. Giovanni Berlinguer.
La descrizione delle nevrosi industriali che si accompagnavano all’automazione nell’industria è di particolare interesse oggi che l’automazione si estende alla società intera attraverso il digitale.
Si pensi anche alla difficoltà di distinguere simili sintomi rispetto a possibili cause concomitanti nella popolazione in questi anni, quali l’aumento vertiginoso della esposizione al digitale per le masse così come la sindrome post-CoViD-19 anche detta long CoViD legata al virus SARS-CoV-2 e alla pandemia 2020, in particolare la componente assimilabile alla cosiddetta sindrome da fatica cronica.
David Card, uno dei vincitori del Premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel nel 2021 per aver sviluppato e applicato metodi di analisi per dati osservazionali ha affermato in una intervista che durante la pandemia 2020 sono cambiate così tante variabili allo stesso tempo che ci vorranno decenni per cercare di capire cosa è successo sotto il profilo causale all’economia durante la pandemia, ovvero in termini più semplici cosa abbia causato cosa. Lo stesso tipo di ragionamento si può certamente estendere anche all’ambito sanitario.
Cosa può aver causato certi disturbi soggettivi nella popolazione? Il virus, la risposta al virus (lockdown, restrizioni al movimento, etc.), i trattamenti o la profilassi utilizzati, la mancanza di lavoro e di interazioni sociali, la transizione digitale, i media di massa e digitali che hanno creato allarme e che hanno spostato il focus dell’attenzione massivamente e su scala mai vista prima nella storia su questi problemi considerati di ordine “psicologico”, etc.?
Si vedano ad esempio a questo proposito, precedentemente pubblicati su PsyPolitics: Federico Soldani: intervista TV su politica, linguaggio medico-psicologico e tecnocrazia [trascrizione] (2020), Apprendimento, dopamina e dipendenza digitale (2020), Moruzzi: fisiologia della vita vegetativa vs. di relazione (2022), così come altri articoli in inglese a proposito dell’automazione e della rivoluzione dell’automazione.
Si veda anche Berlinguer, 1969: “concezioni illuministiche, gli psichiatri considerati come protagonisti del processo rivoluzionario” (2023).
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Estratto da ‘Le “nevrosi industriali”‘, di Giovanni Berlinguer (1958)
È chiaro che in alcune di queste sindromi la componente nervosa è maggiore, in altre meno forte, fino ad apparire irrilevante.
Anche per le malattie del primo gruppo [secondo il Cazzullo, le psiconeurosi, la nevrastenia, gli stati ansiosi, la nevrosi ossessiva-compulsiva, l’isteria, l’isteria ansiosa, le nevrosi traumatiche (o meglio post-traumatiche). L. Cazzullo. Le nevrosi professionali – Riassunto della relazione al XXII Congresso nazionale di Medicina del Lavoro. Rassegna di Medicina Industriale, 1958] si tratta non molto spesso di forme conclamate, mentre ha più grande espansione la “psichiatria minore”, che si occupa dei disturbi della personalità, delle psiconeurosi e dei disturbi emotivi dei soggetti sani.
La diffusione di queste malattie (anche se sono allo stato iniziale, si tratta sempre di forme morbose) è tale che Mindus e Himler [1955] ritengono che “il 20% della popolazione industriale ha problemi emotivi ; 15% di questi sono così leggeri da poter essere trattati da medici d’azienda, nurses o consiglieri, 3,5% richiedono l’intervento specialistico dello psichiatra industriale, ed il rimanente 1,5% richiede il ricovero ospedaliero”.
La sintomatologia delle “nevrosi industriali” è naturalmente variabile secondo le forme e secondo i malati ; ma esiste secondo Desoille e Le Guillant [1957] un fondo comune, che consente di descrivere una sindrome abbastanza caratteristica con le seguenti componenti:
A) Una sindrome soggettiva comune con astenia fisica e psichica, una sensazione di stanchezza profonda, di annichilimento, di testa vuota, accompagnata da disturbi dell’attenzione e della memoria e da difficoltà a seguire una conversazione. Questa astenia può divenire una condizione permanente, con disinteresse per la vita quotidiana. Questi segni non cedono a riposi brevi, e le giornate festive infrasettimanali sono quasi senza effetto.
B) Disturbi dell’umore e del carattere con irritabilità, crisi di nervi (che richiedono spesso il trasporto all’infermeria), ipersensibilità sensoriale soprattutto ai rumori. Talvolta vi sono infine dei veri stati depressivi con persino idee di suicidio.
C) I disturbi del sonno rappresentano un elemento fondamentale, quasi costante, con ipersonnia diurna e insonnia notturna. La mancanza di “riparazione” per mezzo del sonno è uno degli elementi contemporaneamente causa ed effetto dell’irreversibilità dei disturbi, che rappresenta un aspetto specifico di queste manifestazioni della fatica.
D) Compaiono disturbi somatici, e diverse manifestazioni cortico-viscerali : cefalea, anoressia, palpitazioni, disturbi mestruali, ecc.
E) Possono sopraggiungere, naturalmente, perturbamenti della vita familiare e sociale e modi di vita nevrotici.
Accanto a questi sintomi se ne rilevano altri, che il Patrizi [1957] attribuisce a una spiccata componente neuro-vegetativa della fatica. Le reazioni abnormi dovute al manifestarsi della fatica si scaricano dalla corteccia cerebrale, attraverso il talamo, sull’ipotalamo, e di qui passano alla periferia. Si verificano, secondo i casi, sintomi di eccitazione del simpatico (midriasi, inibizione della secrezione salivare, aumento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, pallore, ecc.), sintomi da eccitazione del parasimpatico (frequente desiderio di mingere, perdita di orine e feci, ipermotilità con iperemia e ipersecrezione dello stomaco, rallentata frequenza cardiaca, ecc.), e sintomi pseudo organici di natura funzionale, che interessano più frequentemente quegli organi che rappresentano per il soggetto un locus minoris resistentiae.
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[Nella foto in alto, la copertina di “Automazione e Salute (Problemi medico-sociali del progresso tecnico)” (Istituto di Medicina Sociale editore, Roma 1958) del Dott. Giovanni Berlinguer. In copertina Leonardo : Binda con asta dentata e ruotismo riduttore. Codice Atlantico fol. 359 recto c.]
Last Updated on July 22, 2023 by Federico Soldani