Senzani, criminologo delle Brigate Rosse, 2014: “Nel ’68 sono stato da Basaglia, lì mi sono nate delle idee e sono diventato molto rigido contro l’emarginazione”(2023)

“La storia delle Brigate Rosse fa parte di una storia più grande, la Storia del Movimento Rivoluzionario”. “Bisogna partire dagli albori”.

di Federico Soldani – 29 aprile 2023

In una intervista del 2014 il criminologo Giovanni Senzani delle Brigate Rosse (B.R.) mai dissociatosi, attivo ai vertici delle B.R. anche durante il sequestro di Aldo Moro nel 1978 – che si formò anche in California a Berkeley, come riportato tra altre fonti in questo articolo del 1982 su Time Magazine, accennò ad alcune questioni interessanti al confine tra psichiatria e politica.

Franco Basaglia nel 1979 – https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Basaglia

Senzani, che fu consulente del Ministero di Grazia e Giustizia ed ebbe incarichi universitari a Siena e a Firenze, parlò di [1] un suo periodo di esperienza non meglio precisato nel 1968 presso il medico psichiatra Franco Basaglia, il cui nome è legato alla legge 180 del 1978, approvata dal governo Andreotti il 13 maggio, pochi giorni dopo l’uccisione di Moro, con cui si chiusero i manicomi e si regolarono accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori, relatore della legge fu lo psichiatra e politico parlamentare e governativo – della Democrazia Cristiana (D.C.) – Bruno Orsini.

Per il prominente politologo Norberto Bobbio, come ebbe modo di dire in una intervista nel 1985, la legge 180 rappresentò una delle pochissime riforme attuate nell’Italia del dopoguerra.

Senzani parlò anche del [2] concetto di rivoluzione, affermando che “la storia delle Brigate Rosse fa parte di una storia più grande, la Storia del Movimento Rivoluzionario” (maiuscolo nell’originale, enfasi in neretto aggiunta nelle citazioni che seguono, incluse le risposte dell’intervista rilasciata da Senzani per il quotidiano Cronache del Garantista, diretto da Piero Sansonetti, nel 2014).

Si veda a proposito del rapporto tra psichiatria e rivoluzione, Berlinguer, 1969: “concezioni illuministiche, gli psichiatri considerati come protagonisti del processo rivoluzionario” (2023).

Inchieste sul coinvolgimento di Senzani e dei suoi complici delle B.R. nel caso Moro – durante l’intera durata del sequestro fu in carica il IV governo Andreotti, che era entrato in funzione solo tre giorni prima del rapimento – inclusi coloro che tenevano i conti svizzeri con cui si finanziavano, sono state svolte dopo oltre quaranta anni dagli eventi, si veda ad esempio ‘Sequestro Moro: nuova inchiesta, prelevato Dna a Senzani e Baschieri’, Firenze Post, 2021.

Baschieri, appartenente al Comitato Rivoluzionario Toscano delle Brigate Rosse con il nome di battaglia ‘Piero’ – proprio come Senzani mai dissociatosi – figlio di un medico e professore universitario cui è stata intitolata un’aula per il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto di Medicina del Lavoro presso l’ospedale di Pisa, ottenne la grazia, nonostante non avesse collaborato, firmata nel 1994 dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Fu il primo provvedimento simile firmato da Scalfaro in relazione alle Brigate Rosse. Baschieri è stato in anni recenti ricercatore di biofisica al CNR di Pisa e il suo nome compare come autore di studi in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa.

Si veda anche ‘Rapimento Moro, 43 anni dopo prelievi di Dna a Firenze e Pisa’, Corriere Fiorentino, 2021.

Senzani pubblicò un libro nel 1970 per Jaca Book ‘L’esclusione anticipata: rapporto da 118 case di rieducazione per minorenni’, per il quale venne intervistato nel 1969, mentre svolgeva le sue ricerche, sul primo canale della RAI a TV7 e per il quale ebbe una recensione sul Corriere della Sera nel 1973.

Proviamo a disseppellire da questo silenzio la denuncia sino ad oggi più completa.” – informava il Corriere della Sera – “È la ricerca condotta fra il ’68 e il ’69 da Giovanni Senzani con una visita alle 118 case di rieducazione per minorenni. È pubblica, l’ha stampata la casa editrice Jaca Book col titolo “L’esclusione anticipata”, la seconda edizione è di tre mesi fa, 490 pagine, costa duemila lire, il biglietto di un cinema di prima visione. Senzani ha fatto parlare ragazzi, educatori, maestre, agenti di custodia, direttori, ha pubblicato lettere, verbali, regolamenti. L’insieme è un romanzo sconvolgente e un terribile atto d’accusa su un universo che esiste e prospera. L’universo è fatto di quelli che una volta si chiamavano riformatori.”

Senzani curò la traduzione in italiano del libro, della casa editrice della Chicago University, di Anthony M. Platt, ‘I salvatori di bambini. L’invenzione della delinquenza’, nel titolo italiano per l’editore Guaraldi (Roma-Firenze, 1975; copertina nella foto all’inizio dell’articolo) ‘L’Invenzione della delinquenza’ (The Child Savers; the Invention of Delinquency. Chicago: University of Chicago, 1969). Come recita Wikipedia, voce in inglese, “Il movimento per salvare i bambini emerse negli Stati Uniti durante il diciannovesimo secolo e influenzò lo sviluppo del sistema di giustizia minorile. I salvatori di bambini sottolinearono il valore del riscatto e della prevenzione attraverso l’identificazione precoce della devianza e l’intervento sotto forma di istruzione e formazione.”

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V0026740 Cesare Lombroso. Photogravure. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Cesare Lombroso. Photogravure. Published: – Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

La criminologia è una disciplina nata a fine ‘800 grazie al medico e alienista positivista Cesare Lombroso e a suoi studenti, in particolare due giuristi, il socialista Enrico Ferri, che fu direttore del quotidiano del Partito Socialista Italiano (P.S.I.) Avanti!, e l’anti-socialista Raffaele Garofalo. Entrambi gli studenti di Lombroso più tardi e in tempi diversi si occuparono di politica diventando Senatori del Regno e aderendo al fascismo. Con loro Lombroso è considerato il fondatore della scuola italiana di criminologia, se non della criminologia tout court.

La criminologia è una disciplina che pretende di studiare in modo scientifico una categoria giuridica, ovvero la criminalità. Uno dei tre, Raffaele Garofalo, è solitamente accreditato come l’ideatore del termine, ovvero colui che coniò e che per primo usò il termine “criminologia”. Garofalo fu favorevole all’eliminazione degli individui psichicamente malati.

Simili tematiche furono condivise in ‘Eugenica, igiene mentale e profilassi delle malattie nervose e mentali’ (Napoli, Casa ed. Libr. V. Idelson, 1925) dal neuropsichiatra e politico parlamentare – Senatore del Regno – Leonardo Bianchi, di cui è interessante leggere la biografia, che fu Ministro della Pubblica Istruzione. “Troppi sono questi deficienti sociali! E il mondo si popola sempre più!”esclamava Bianchi nel suo scritto del 1925 – “Quale selezione farà dei deboli l’umanità futura?”.

Bianchi fu relatore della legge del 14 febbraio 1904, n. 36, nota come legge Giolitti, dal nome del Ministro proponente Giovanni Giolitti, ‘Disposizioni sui manicomi e sugli alienati. Custodia e cura degli alienati’qui la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – che rimase la maggiore riforma in vigore sino alla legge 180, detta Basaglia, del 1978.

Si veda a proposito dell’eugenetica in relazione al movimento per l’igiene mentale, pubblicato su PsyPolitics in inglese, ‘Lady Ida Darwin e l’ “Associazione di Cambridge per la cura dei deboli di mente”‘ (2021).

Uno scritto del “padre della criminologia” Lombroso è già stato pubblicato su PsyPolitics, Lombroso, 1887: ‘Tre Tribuni, studiati da un alienista’ (2022). Interessanti rispetto ai temi trattati su PsyPolitics in particolare i capitoli VI  Una nuova teoria psichiatro-zoologica delle rivoluzioni e VII  Esempi di matti politici.

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Estratto dall’intervista a Giovanni Senzani intitolata “Ho ucciso tuo padre e non oso chiedere perdono però, se lo vorrai perdonami”. 4 ottobre 2014, di Katia Ippaso, in Lettere dal carcere, Cronache del Garantista

Lei è contrario alla criminalità?

Sì, lo so che può sembrare assurdo, ma io sono profondamente contrario alla criminalità. Io ero noto perché ero quello che aveva denunciato i direttori delle carceri, che ha fatto chiudere le carceri minorili, mentre poi sono diventato quello che sono diventato. Io volevo aiutare i poveri e soprattutto le persone del sud. Uno degli istituti che avevo frequentato era diretto dai preti, mi scrivevano lettere bellissime… Nel ’68 sono stato da Basaglia, lì mi sono nate delle idee e sono diventato molto rigido contro l’emarginazione.”

Verso la fine dell’intervista viene toccato il tema della rivoluzione.

Quando suo nipote le chiederà «Nonno, cos’erano le Brigate Rosse?», lei cosa racconterà?

Che la storia delle Brigate Rosse fa parte di una storia più grande, la Storia del Movimento Rivoluzionario, e che bisogna partire dagli albori. Gli direi che la storia delle Brigate Rosse è storia cruenta. Che hanno preso le armi e hanno fatto assurdi processi proletari. Gli direi che anche suo nonno ha creduto che bisognasse fare una rivoluzione nell’Occidente avanzato, ma che questa guerra è stata una scorciatoia. Che i processi storici sono molto più lunghi. Gli direi che con il crollo del Muro di Berlino si è visto che cos’era la rivoluzione russa. Gli direi che io non sono mai stato a favore del socialimperialismo, che io sono stato un brigatista. Che io sono marxista ma non si può prendere Marx e ripeterlo. Gli direi che, al di là dei limiti della nostra impresa politica, i tempi non erano giusti. E che abbiamo messo in moto una cosa che ha comportato tanti lutti. Gli direi che suo nonno amava insegnare e sarebbe stato un bravo professore e la sua vita sarebbe stata tranquilla, gli ricorderei di quando aiutavo i ragazzi devianti a denunciare le loro condizioni.”

Qui l’intervista completa.

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[Nella foto in alto, la copertina di Anthony Michael Platt (1975). L’invenzione della delinquenza. A cura di Giovanni Senzani. Guaraldi, Roma-Firenze.‌]

Cite this article as: Federico Soldani, "Senzani, criminologo delle Brigate Rosse, 2014: “Nel ’68 sono stato da Basaglia, lì mi sono nate delle idee e sono diventato molto rigido contro l’emarginazione”(2023)," in PsyPolitics, April 29, 2023, https://psypolitics.org/2023/04/29/senzani-criminologo-delle-brigate-rosse-2014-nel-68-sono-stato-da-basaglia-li-mi-sono-nate-delle-idee-e-sono-diventato-molto-rigido-contro-lemarginazione/.

Last Updated on May 5, 2023 by Federico Soldani

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