“Un singolare filo rosso”. ‘Storia della Psicologia’, Mecacci 2019 (2022)

In conclusione alla prefazione di ‘Storia della Psicologia. Dal Novecento a oggi’ di Luciano Mecacci (Laterza, prima edizione marzo 2019; l’autore ci informa che una prima edizione di questa storia comparve già nel 1992), si trova una osservazione interessante riportata qui di seguito (neretto e link aggiunti) che coinvolge anche aspetti politici delle biografie di alcuni tra i principali esponenti nella storia di psicologia, psicoanalisi e psichiatria.

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“Però di fronte a una storia della psicologia che invitiamo il lettore a considerare in tutta la sua frammentarietà e molteplicità di voci, ci sembra opportuno segnalare un singolare filo rosso che collega personalmente gli esponenti delle varie prospettive e delle diverse teorie. Si tratta delle biografie degli psicologi: personalità complesse, vite inquiete e inquietanti, eventi tragici. Si pensi soltanto alle vicende sentimentali di Franz Brentano, James M. Baldwin, Carl G. Jung e John B. Watson; alle depressioni di William James, Melanie Klein, Jean Piaget, Burrhus F. Skinner; alle sofferenze psichiche e fisiche di moltissimi psicoanalisti e psicologi ebrei a causa delle emigrazioni forzate negli anni ’30; agli ultimi anni di dolore fisico di Sigmund Freud e Lev S. Vygotskij; ai suicidi di Vittorio Benussi, Bruno Bettelheim, Karl Duncker, Lawrence Kohlberg, Stefan Miller, Marta Muchov, Richard Semon e Victor Tausk; alle morti di Vladimir M. Bechterev, avvelenato da Stalin, di Wilhelm Reich in un penitenziario statunitense, di Otto Selz nel lager di Auschwitz, di Georges Politzer e Sabina Špil’rejn (Spielrein) fucilati dai nazisti, di Isaac Špil’rejn [nella foto in alto, “il leader della psicotecnica sovietica” e fratello di Sabina, come Mecacci spiega più avanti nel libro, ndr] fucilato dalla polizia stalinista; infine alla detenzione o alla morte di molti psicologi russi nei gulag. Non sembra che ci sia altra scienza, se non la psicologia, per la cui comprensione occorra richiamarsi così direttamente alla vita, spesso drammatica, dei suoi protagonisti“.

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In conclusione del libro, nell’ultimo paragrafo, l’autore rimanda alla dimensione politica della psicologia: “La sfida della psicologia del terzo millennio non è circoscrivibile al superamento delle sue crisi interne, teoriche e metodologiche, ma si configura come un confronto urgente con la societa’ contemporanea che non è piu’ inquadrabile – come schema generale di riferimento – nella polis entro cui nacque la disciplina nella sua versione occidentale. In effetti, si sta formando da alcuni anni un orientamento che, abbandonando le indagini settoriali, intende rispondere all’esigenza di rivedere la posizione della psicologia sui grandi valori che hanno caratterizzato la societa’ occidentale (la morale, la democrazia, la parita’ dei diritti, e in generale il rispetto della persona), e che oggi sono sotto l’attacco della globalizzazione (Fathali M. Moghaddam, The new global insecurity: how terrorism, environmental collapse, economic inequality, and resource shortages are changing our world, 2010; Albert Bandura, Moral disengagement: how people do harm and live with themselves, 2016; Gian Vittorio Caprara e Michele Vecchione, Personalizing politics and realizing democracy, 2017). Questa prospettiva politica, nel senso nobile della parola, che le deriva dal modello della democrazia ateniese, ci sembra la piu’ promettente per il riconoscimento dell’autonomia della psicologia e del suo ruolo innovativo nella societa’ attuale.”

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Cite this article as: Federico Soldani, "“Un singolare filo rosso”. ‘Storia della Psicologia’, Mecacci 2019 (2022)," in PsyPolitics, October 16, 2022, https://psypolitics.org/2022/10/16/un-singolare-filo-rosso-storia-della-psicologia-mecacci-2019-2022/.

Last Updated on May 1, 2023 by Federico Soldani

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