di Federico Soldani – 10 Aprile 2021
[Questo breve scritto del dicembre 2019 circolato tra diversi amici dell’autore nel 2019 per avere un parere, viene pubblicato qui per la prima volta oltre un anno dopo nell’aprile 2021.
Era inteso come riflessione per una discussione sul tema del rapporto tra psichiatria e societa’ e in particolare sul ruolo della psicologizzazione dilagante nel discorso pubblico. Molti temi connessi erano da me stati gia’ presentati e discussi nell’estate del 2019 a Londra]
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La psicologizzazione del discorso pubblico e’ una delle strategie principali di lungo periodo che servono a de-politicizzare e de-sovranizzare il cittadino elettore.
Uno degli aspetti e’ quello addirittura psichiatrizzante, si pensi solo a Trump o alla bambina svedese divenuta persona dell’anno per la rivista Time e a come i cittadini globali stiano imparando il linguaggio delle diagnosi piu’ o meno formali tramite questi personaggi pubblici.
Questa strategia coinvolge paesi diversi quali Stati Uniti e Regno Unito, o paesi del Commonweath britannico quali la Nuova Zelanda, ma anche paesi come la Cina in cui il linguaggio della psicologia viene insegnato alla popolazione tramite spettacoli teatrali.
Questa psicologizzazione e’ stata teorizzata per esempio in documenti quali “Salute Mentale e Cittadinanza Mondiale” durante il primo congresso internazionale per la salute mentale (Londra 1948), nel quale si prefigurava un cittadino del mondo inteso in senso non politico.
Passare a una fase pienamente post-democratica e post-politica con il consenso dei cittadini stessi che cosi’ rinuncerebbero anche al potere politico protetto dalle costituzioni richede una lunga fase preparatoria di psicologizzazione e soggettivizzazione.
Nell’ambito della soggettivita’ infatti, perdendosi il principio della oggettivita’ a cui puo’ appellarsi chiunque (es. “il Re e’ nudo”) si genera una cultura in cui l’unico principio valido resta quello gerarchico (es. solo l’impressione di un bambino qualunque del popolo). Tra l’impressione del piu’ basso in grado e quella del piu’ alto in grado vince strutturalmente la seconda.
La psicologizzazione svolge diverse funzioni tra cui soggettivizzare qualsiasi tema, ma anche individualizzare e piu’ in generale interiorizzare qualsiasi considerazione, anche pubblica che cosi’ diventa una “proiezione” in senso psicoanalitico (lo si attribuisce alla realta’ perche’ e’ prima di tutto nella nostra testa) invece che un elemento di realta’ (“il Re e’ nudo”) al quale ci si appella.
Si pensi anche all’esplosione nei venti anni passati delle neuro-versioni di qualsiasi disciplina, dalla neuro-economia fino addirittura alla neuro-teologia, etc.
In ambito economico il discorso su benessere e felicita’ rientra a pieno nella strategia soggettivizzante. Si pensi solo a economisti come Stiglitz o a iniziative come quella della neozelandese premier Ardern (dal PIL / GDP alla felicita’).
L’oggettivita’ verrebbe cosi’ lasciata, in un discorso di tipo asimmetrico, ai soli esperti e alle macchine che misurano, monitorano e calcolano. Non al cittadino ormai ridotto a consumatore che fornisce impressioni soggettive sui prodotti e servizi attraverso ratings di svariato tipo. Cittadino e istituzioni democratiche rappresentative presentate sempre piu’ spesso nel discorso pubblico, sia dai media tradizionali e sia da quelli digitali, come un idiota con centinaia di distorsioni/bias cognitive/i, facilmente manipolabile e dalle percezioni distorte e addirittura allucinate.
Il cittadino delle costituzioni sempre di piu’ viene rappresentato come un cervello primitivo che si e’ sviluppato durante l’evoluzione nella foresta e quindi sarebbe del tutto inadatto e infatti pericoloso in un mondo globalizzato ormai molto ampio e in gran parte lontano dall’esperienza diretta di ciascuno. Un mondo estremamente complesso e ricco di pericoli esistenziali quali il nucleare e il cambiamento climatico.
Cosi’ come nel mondo digitale tutto viene ormai “votato” tramite “like” o “stelle” o altri sistemi legati alla sfera soggettiva, la de-sovranizzazione si presenta come opportunita’ per contare di piu’ e per potersi esprimere pienamente in una realta’ virtuale fatta di icone colorate e divertenti. Una realta’ virtuale sempre piu’ cooptativa e invitante.
Fa parte del suddetto contesto anche il cosiddetto movimento per il rinascimento psichedelico che da oltreoceano si sta sviluppando come promozione attiva di sostanze allucinogene per gli scopi piu’ diversi, vuoi terapeutici, vuoi preventivi o puramente ricreativi o addirittura per diventare piu’ creativi ed avere una vita piu’ piena. La sub-cultura soprattutto californiana detta cyber-psichedelica si propone di cambiare la percezione della realta’ sia chimicamente che digitalmente; elemento preparatorio a una fase rivoluzionaria globale.
Last Updated on April 14, 2021 by Federico Soldani